Recupero crediti estero: recupero crediti per le aziende che esportano
L’export costituisce, come è noto, un’attività di crescente importanza per le imprese italiane. Le imprese esportano i propri prodotti e servizi in tutto il mondo, in particolare nei paesi dell’est asiatico e in via di sviluppo. Ciò comporta inevitabilmente il sorgere di crediti insoluti, analogamente a quanto avviene per le attività svolte in Italia.
Da un punto di vista giuridico, recuperare un credito nei confronti di un cliente estero non presenta particolarità di rilievo rispetto al recupero crediti in ambito nazionale. La procedura è, infatti, in gran parte analoga: si inizia con l’invio di una lettera di sollecito, cui segue, in caso di mancato pagamento, l’ottenimento di un titolo esecutivo (cioè un ordine di condanna da parte del giudice) e infine si procede all’esecuzione forzata sui beni del debitore.
Il recupero dei crediti nei confronti di clienti esteri comporta tuttavia maggiori difficoltà rispetto ai crediti nei confronti di soggetti italiani. Ciò si deve a molteplici ragioni, quali ad esempio:
- la difficoltà di rintracciare i clienti, specialmente in paesi lontani;
- difficoltà burocratiche, specialmente in paesi con apparati governativi o statali molto pesanti;
- difficoltà linguistiche, geografiche, organizzative etc.
Non è infrequente che un’impresa, anche una volta ottenuta una sentenza favorevole, non riesca ad ottenere il recupero del credito per la difficoltà di rintracciare il debitore o per l’impossibilità di agire in via di esecuzione forzata contro quest’ultimo. Le difficoltà, inoltre, aumentano quando il debitore ha sede in un Paese al di fuori dell’Unione europea.
Attese le difficoltà di procedere al recupero del credito all’estero è essenziale – ancor più di quanto accada per un’attività commerciale svolta in Italia – prevenire fin dall’inizio il sorgere degli insoluti. In altri termini, per un’impresa che svolga una parte rilevante della propria attività con l’estero è fondamentale evitare o comunque limitare il più possibile fin dal nascere il sorgere del credito da recuperare.
Ma come è possibile prevenire il sorgere di insoluti su clienti esteri?
In primo luogo, ottimizzando la modulistica contrattuale.
Mai come in questo caso è indispensabile per un’impresa che svolga attività di export, poter contare sucontratti chiari, completi e pienamente tutelanti per l’impresa stessa.
Ciò significa che i moduli contrattuali utilizzati da un’impresa per regolare i rapporti commerciali con clienti esteri devono contenere le clausole contrattuali opportune, atte a prevenire il sorgere di problematiche di crediti da recuperare, o più in generale di eventuali rischi o responsabilità in capo all’impresa.
Alcuni esempi:
- è assolutamente fondamentale inserire nel modulo contrattuale una clausola che attribuisca la giurisdizione al giudice italiano e stabilisca che la legge applicabile è quella italiana; ciò al fine di evitare che l’impresa non possa rivolgersi all’autorità giudiziaria italiana quando insorga un contenzioso e sia costretta a rivolgersi alle autorità estere – con conseguente notevole aggravio di costi e talvolta di tempi – o non possa invocare la legge italiana;
- è importante inserire nel contratto apposite garanzie circa il pagamento del credito; a tal proposito sono da tempi invalse nella prassi del commercio internazionale speciali tipologie di garanzie, cd. autonome, in quanto la loro escussione avviene semplicemente rivolgendo la relativa richiesta ad una banca, senza dover dimostrare l’esistenza del credito;
- può essere importante inserire apposite clausole, come la riserva della proprietà (retention of title), che permette di tornare in possesso della merce venduta e quindi rivenderla a terzi;
- è opportuno inserire clausole di esonero da responsabilità per vizi o mancanza di conformità della merce e clausole relative al passaggio del rischio dal venditore all’acquirente (c.d. Incoterms), per limitare o annullare possibili contestazioni dell’acquirente.
Questi sono alcuni esempi di clausole che possono essere inserite in un contratto di compravendita con un cliente estero; molte altre possono essere inserite, in relazione al tipo di prodotti e all’organizzazione dell’impresa.
Un altro strumento indispensabile per prevenire fin dall’inizio il fenomeno degli insoluti con clienti internazionali è quello di individuare ed utilizzare un idoneo strumento di pagamento. La prassi internazionale conosce da tempo una serie di strumenti che consentono al venditore di ottenere la quasi certezza del pagamento da parte del cliente estero; il più conosciuto è il c.d. credito documentario, che consente al venditore (italiano) di avere la certezza del pagamento da parte della banca corrispondente dell’acquirente, mediante la produzione di una serie di documenti rappresentativi della merce (fattura, documenti di trasporto, certificati d’origine, certificati di qualità, certificati d’ispezione, etc.)
Un terzo strumento assai utile per proteggersi da mancati pagamenti da parte dei clienti esteri consiste nell’assicurazione del credito; si tratta di una pratica ormai sempre più utilizzata dalle imprese – specialmente se operano molto spesso o comunque per ingenti quantitativi di merci con l’estero – che consente loro di non subire il rischio del mancato pagamento, in quanto lo stesso viene trasferito all’assicuratore.
Utilizzare un modulo contrattuale tutelante, uno strumento di pagamento idoneo e/o assicurarsi contro il rischio sui crediti consentono all’impresa di limitare notevolmente il numero e l’ammontare degli insoluti. Tuttavia, è comunque possibile – ed anzi probabile – che un’impresa si trovi a fronteggiare un credito da recuperare.
In questo caso, occorre procedere tempestivamente ed efficacemente. In primo luogo, è opportuno inviare una prima lettera di sollecito, possibilmente scritta nella stessa lingua del debitore estero, e coinvolgendo già uno studio legale ubicato nel paese del debitore, allo scopo di rendere più efficace il sollecito.
In secondo luogo, occorre ottenere tempestivamente un provvedimento giudiziale di condanna al pagamento sulla base del quale potrà essere intrapresa un’azione esecutiva all’estero. Per i debitori avente sede all’interno della UE, è possibile esperire la procedura del decreto ingiuntivo europeo, che consente di ottenere ed eseguire in tempi brevi una sentenza di condanna in tutti i paesi europei.
Il nostro Studio legale vanta un’esperienza pluriennale nell’ambito del recupero dei crediti nei confronti di soggetti esteri, ed è in grado di effettuare un’attività di consulenza completa ed efficace in favore delle imprese attive nell’export.
Siamo infatti da anni a fianco delle imprese italiane aiutandole a pianificare nel modo migliore la loro attività al fine di prevenire il fenomeno degli insoluti, assistendole nella elaborazione degli standard contrattuali più idonei e nella identificazione degli strumenti di opportuni ed efficaci.
Grazie alla collaborazione con società specializzate nelle indagini patrimoniali all’estero siamo inoltre in grado di rintracciare i debitori anche in paesi lontani, in modo da rendere efficace ed utile l’azione giudiziale di recupero. La nostra rete di corrispondenti all’estero ci consente altresì di essere operativi in quasi tutti i paesi del mondo, e di procedere tempestivamente e senza problemi, evitando intoppi o contenziosi lunghi e costosi.
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Ecco un nostro caso studio:
La società Emmedue – il nome è naturalmente di fantasia – attiva nel settore degli accessori per la meccanica, si è rivolta al nostro studio per il recupero di una serie di crediti, alcuni abbastanza risalenti, nei confronti di clienti ubicati in vari paesi esteri.
Lo Studio si è attivato, inviando subìto lettere di sollecito scritte nella lingua del paese del debitore (io comunque in lingua inglese), talvolta a nome del nostro studio legale corrispondente nel paese del debitore. Ciò ha permesso di recuperare una buona parte dei crediti, senza necessità di contenziosi.
Relativamente ai crediti rimasti insoluti, si è quindi proceduto ad un’indagine patrimoniale tramite una società investigativa specializzata in indagini all’estero, che ha permesso di rintracciare i debitori ed appurare la loro consistenza patrimoniale.
Relativamente ai debitori per i quali il report patrimoniale è risultato positivo, si è quindi provveduto ad ottenere un ordine di condanna dei debitori al pagamento; trattandosi in gran parte di clienti aventi sede all’interno della UE, sono stati concessi decreti ingiuntivi europei, che sono stati successivamente messi in esecuzione nei paesi dei debitori. All’esito delle procedure, è stato possibile recuperare oltre il 70% dei crediti di Emmedue.
Contemporaneamente, lo Studio ha proceduto alla revisione dei moduli contrattuali utilizzati da Emmedue per i rapporti con l’estero, che sono stati ottimizzati e resi maggiormente tutelanti per la società. E’ stata fornita inoltre consulenza in ordine agli strumenti di pagamento, che sono stati ripensati in modo da limitare fortemente gli insoluti. Grazie all’intervento dello Studio, la quantità di crediti insoluti di Emmedue nei confronti dei clienti esteri si è ridotto di circa il 30%.
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I costi del nostro intervento sono altamente competitivi, in quanto legati in gran parte all’effettivo risultato utile conseguito dai Clienti, attraverso un pagamento degli onorari in percentuale sul ricavato.
Inviateci, senza impegno alcuno, le Vostre richieste o domande ai numeri riportati più sotto. Vi risponderemo personalmente.
Avv. Valerio Pandolfini
Avvocato Recupero Crediti in Italia e all’Estero
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