Recuperare i crediti aziendali: un grande problema per le imprese
La situazione di crisi economica che interessa l’economia italiana e internazionale rende ancor più rilevante e attuale un problema che da sempre è particolarmente sentito dalle imprese: i crediti insoluti.
I crediti insoluti rappresentano, come è noto, un grave problema per le imprese, a causa degli effetti che produce sul piano economico, patrimoniale, finanziario e fiscale. Infatti, le perdite sui crediti riducono il risultato economico di esercizio, incidendo in tal modo sul valore del patrimonio netto e quindi sul capitale dell’impresa; inoltre, esse influenzano la previsione dei flussi di cassa futuri e quindi anche la valutazione della capacità dell’impresa di far fronte ai propri impegni.
In una parola, i crediti insoluti aumentano i rischi d’impresa.
Un valore di crediti insoluti particolarmente significativo può incidere in modo così rilevante sull’attività d’impresa da portare allo scioglimento della stessa, a causa dell’impossibilità di onorare gli impegni con i clienti, i fornitori e gli istituti di credito.
Il fenomeno ha due aspetti. Da un lato i ritardi nei pagamenti, che (in barba al D.lgs. n. 231/2002, che prevede tempi ridotti e ben precisi per il pagamento dei debiti commerciali) continuano ad essere ben superiori rispetto alla media europea (gli ultimi dato mostrano tempi medi di pagamento nelle transazioni tra imprese che nel 2014 sono stati di 94 gg., contro una media europea di 47 gg., e nelle transazioni con la P.A. di ben 165 gg., contro una media europea di 58 gg.). Dall’altro lato, e soprattutto, gli insoluti totali, cioè i mancati pagamenti. Basti pensare che negli ultimi 6 anni, l’affidabilità delle aziende in termini di pagamenti è scesa del 33%; i “buoni” partner commerciali sono infatti passati dal 9,5% del totale delle imprese nel 2008 al 6,3% del 2014 (dati Cribis D&B). I dati del 2014 mostrano inoltre che le aziende in Italia che hanno avviato procedure concorsuali sono state oltre 14.500, 3% in più rispetto all’anno precedente (dati Cribis D&B).
Non esiste (purtroppo) una formula magica in grado di far sì che tutti i crediti vantati da un’impresa vengano da questa incassati.
Tuttavia, è possibile adottare alcune cautele ed accorgimenti che possono ridurre notevolmente il numero e la quantità dei crediti insoluti, in modo da far
sì che questi incidano in misura ridotta sull’equilibrio reddituale complessivo dell’impresa.
In altri termini, è possibile far sì che i crediti insoluti – che sono e restano una componente inevitabile dell’attività d’impresa – siano ridotti entro un limite fisiologico, o comunque accettabile, consentendo così all’impresa di proseguire nella propria attività e raggiungere i risultati previsti o comunque auspicati.
A partire dal prossimo articolo illustreremo sinteticamente alcuni suggerimenti, che possono permettere all’impresa di gestire in modo efficiente il problema dei crediti insoluti.
Avv. Valerio Pandolfini
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