I costi legali
Quando parliamo di costi legali riferiti all’attività di recupero crediti, ci riferiamo essenzialmente a due diverse tipologie:
- le spese del procedimento, cioè quelle somme che il legale deve versare, per conto dell’impresa, agli organi statali preposti (ad esempio il contributo unificato da versare allo stato, le spese di notifica da versare agli ufficiali giudiziari etc.);
- gli onorari, cioè il compenso del legale per l’attività che questi svolge per il recupero del credito.
Come regola generale, entrambe tali voci di costi legali che il creditore corrisponde al proprio legale per il recupero devono fare carico al debitore, dal quale il creditore ha appunto diritto di ottenere, oltre alla restituzione del credito oggetto dell’azione di recupero, anche la restituzione delle spese legali sostenute per tale azione.
Tuttavia, il recupero delle spese legali da parte del creditore non è assolutamente certo. Esso dipende infatti da due variabili:
- In primo luogo, occorre che l’azione esecutiva sia fruttuosa, cioè che esistano beni del debitore pignorabili e che da essi il creditore riesca a recuperare, oltre al credito, anche le spese legali che ha dovuto corrispondere al legale; il che non è facile;
- In secondo luogo, non è detto che le spese legali che il debitore è tenuto a restituire al creditore corrispondano a quelle che il creditore ha corrisposto al legale; mentre infatti le prime sono stabilite dalla legge, le seconde sono oggetto di un libero accordo tra il creditore e il suo legale, e quindi potrebbero essere concordate in misura superiore a quelle previste dalla legge, che poi effettivamente il creditore riuscirà a recuperare dal debitore.
Ciò premesso, vi è una grande differenza tra i costi sub a) e quelli sub b).
I costi sub a), cioè le spese del procedimento, devono essere versate anticipatamente dall’impresa al legale, il quale a sua volta le corrisponde allo Stato durante le varie fasi della procedura. Si tratta di costi calcolati in misura fissa, anche se variano in relazione all’entità del credito, e che possono essere di importo notevole, soprattutto se si riferiscono all’intera procedura, dall’ottenimento di un titolo esecutivo fino al termine dell’esecuzione forzata.
I costi sub b), cioè gli onorari del legale, a differenza delle spese del procedimento non sono calcolate in misura fissa e non devono essere necessariamente anticipate dal debitore al proprio legale prima di giungere al recupero del credito. Esse sono infatti liberamente concordate tra il debitore e il proprio legale, all’inizio dell’incarico.
E’ quindi importante che l’impresa riesca a concordare gli onorari in modo da ottenere il maggior beneficio in termini di riduzione dei costi.
La tradizionale tariffa forense – che è stata recentemente abrogata dal cd. Decreto Sviluppo – prevedeva che a fronte di ogni attività compiuta dal legale, questi avesse diritto di ricevere dal cliente il relativo compenso, che a sua volta era suddiviso in un importo fisso (cd. diritti) e in uno variabile in funzione dell’entità del credito (cd. onorari). Se quindi il legale depositava un ricorso per decreto ingiuntivo, secondo la tariffa forense egli aveva diritto ad ottenere dal cliente, in relazione alle singole attività espletate (redazione del ricorso, autentica della procura, deposito del ricorso etc.) dei relativi diritti (fissi) e onorari (variabili a seconda dell’importo del credito).
Attualmente, gli onorari del legale sono invece rimessi alla libera determinazione delle parti, possono essere cioè liberamente pattuiti tra legale e creditore. Ciò fa sì che è possibile per l’impresa creditrice – ed anzi auspicabile nell’ottica del contenimento dei costi per l’impresa – concordare le spese legali connesse all’attività di recupero dei crediti in modo vantaggioso, limitando il più possibile gli importi da corrispondere ancor prima di avere recuperato il credito, e legando il pagamento degli onorari almeno in parte all’effettivo recupero del credito.
In particolare, è possibile concordare con il legale che i compensi in favore di quest’ultimo siano almeno in parte parametrati al raggiungimento di un determinato obiettivo, cioè all’effettivo recupero del credito. In tal modo, il compenso del legale è stabilito, almeno in parte, in misura percentuale, da calcolarsi su quanto effettivamente recuperato dall’impresa.
Ciò consente all’impresa di poter usufruire dell’attività di recupero crediti effettuata dal legale senza dovere anticipare completamente gli onorari di quest’ultimo (ma solo i costi del procedimento, come sopra descritti); e dunque, nella (sfortunata) ipotesi in cui, a seguito dell’attività svolta dal legale, il credito non venga recuperato, a quest’ultimo non verrà corrisposto il compenso in percentuale.
Peraltro, qualora venga effettuata un’analisi preventiva di solvibilità del debitore, che consenta di accertare, prima di iniziare l’esecuzione, se vi siano beni del debitore utilmente pignorabili, il legale sarà disponibile a concordare tale forma di compenso in percentuale sul ricavato, avendo valutato in termini positivi le possibilità di recupero.
In tal modo, il legale partecipa in un certo modo al rischio d’impresa del proprio cliente; d’altra parte, dato che, in questa ipotesi, le risultanze dell’analisi di solvibilità del debitore sono positive, si tratta di un rischio calcolato, in quanto è probabile che il credito verrà recuperato, almeno in parte.
Lo studio assiste esclusivamente imprese o professionisti nel recupero dei crediti. Non prestiamo assistenza in favore di persone fisiche debitrici oggetto di pignoramento.
Avv. Valerio Pandolfini
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