Una solida base contrattuale per recuperare i crediti aziendali
Come in ogni ambito di attività, i risultati si conseguono pianificando e realizzando fin dall’inizio le azioni più opportune. Anche per ottimizzare la gestione dei crediti insoluti è dunque importante partire da una base il più possibile solida.
Ciò è possibile ottimizzando i moduli contrattuali utilizzati dall’impresa per svolgere la propria attività.
I crediti di un’impresa derivano infatti ordinariamente dai contratti che l’impresa stessa conclude ed esegue con i propri clienti. E’ dunque in tale ambito, cioè i contratti, che un’impresa dovrebbe porre le basi per prevenire fin dall’inizio il più possibile il verificarsi di insoluti sui crediti, come pure, più in generale, per prevenire il sorgere di situazioni di responsabilità o di illeciti che possono esporla a sanzioni.
Avere un “buon» contratto” è per ogni impresa la prima e più importante garanzia per:
- prevenire il sorgere di insoluti sui crediti;
- recuperare i crediti in modo efficiente ed ottimale;
- evitare il sorgere di contestazioni e quindi di contenziosi dilatori in sede di recupero del credito
Ma come le imprese possono impostare in modo corretto la propria modulistica contrattuale, in vista di tale obiettivo?
In molti modi. In primo luogo, utilizzando sempre moduli scritti per regolare i rapporti commerciali.
Può sembrare strano, ma ancora oggi molti rapporti con i clienti nascono e vengono eseguiti dalle imprese senza un contratto scritto; ad esempio verbalmente (magari sulla base di un ordine telefonico) o senza accertarsi che il modulo d’ordine sia stato effettivamente sottoscritto dal cliente, confidando nell’emissione di una semplice fattura.
Questo modo di operare è del tutto consigliabile, in quanto fonte di numerosi problemi. In particolare, un ordine verbale provoca due principali inconvenienti:
- non consente di dimostrare da dove è sorto, quando è sorto e qual è l’ammontare del credito (n.b.: la fattura è un documento valido ai soli fini fiscali, non un contratto!), e quindi rende difficile, se non addirittura impossibile, procedere al recupero del credito;
- non consente di regolamentare il rapporto commerciale in modo ottimale (dato che non vi è regolamentazione scritta), e dunque non permette di realizzare lo scopo di prevenire l’insorgere di insoluti (oltre che, più in generale, di regolamentare l’attività in modo valido ed efficace).
Dunque, occorre muovere sempre da un contratto scritto, intendendosi per tale un documento in cui siano presenti, anche eventualmente in modo separato, le sottoscrizioni di entrambe le parti contraenti.
Dato che un’impresa generalmente opera con una pluralità di contraenti (fornitori, clienti) è opportuno redigere ed utilizzare un modello standard di contratto, contenente tutta la regolamentazione del rapporto, valido per tutti i casi (salvo eventuali eccezioni).
Un suggerimento: dato che anche le altre imprese quasi sempre utilizzano propri modelli contrattuali, è sempre opportuno verificare (meglio se attraverso un legale) se la regolamentazione inserita in tali modelli è conforme a quella della propria azienda, per evitare spiacevoli sorprese!
Nel prossimo articolo analizzeremo i principi fondamentali di un ”buon” contratto, ai fini del recupero dei crediti.
Avv. Valerio Pandolfini
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